MARCO JACCOND
Le opere in mostra fanno parte di un ciclo di lavori realizzati nel 2019 il cui titolo riprende in modo ironico il nome di una serie televisiva di fantascienza statunitense creata da Kenneth Johson.
Marco Jaccond nasce ad Aosta nel 1957. Inizia la sua ricerca artistica nel 1976 improntandola ad una rilettura del linguaggio delle avanguardie storiche.Nel 1982 mette a punto un codice espressivo basato sull’esplorazione di un linguaggio segnico dove domina un gusto calligrafico evidenziato dai supporti cartacei che rimandano alla dimensione del libro. Col tempo il minimalismo espressivo cede il passo ad una narrazione per immagini incentrata ora su sovrapposizioni materiche che suggeriscono territori e limiti da valicare, ora su suggestioni desunte da allegorici erbari o lapidari. Intorno alla metà degli anni Ottanta Jaccond (che si è nel frattempo laureato in Lettere) dilata la sua dimensione pittorica realizzando, nell’ottica di una “ars combinandi”, polittici, stendardi, teatrini polimaterici dove elementi tratti dal repertorio iconografico popolare del passato entrano simbolicamente in composizione con segni poveri, ma di forte impatto semantico. Dagli anni Novanta, in concomitanza con l’intensificarsi dell’attività espositiva, l’artista realizza una serie di cicli pittorici dove risultano evidenti influssi letterari. Le sue tele e le sue installazioni danno luogo a delle “finzioni” dove i tre livelli ricorrenti del suo immaginario (il labirinto, la “mappa” alchemica e l’oggetto archetipico) concorrono sovente a suggerire dei percorsi dove si incontrano i temi del “doppio”, della trasformazione e, nei suoi ultimi lavori, del viaggio esistenziale e del documento memoriale